LUMACA (lat. scient. Limax Müll.; fr. limace; sp. babosa; ted. Egelschnecke; ingl. snail). – Le lumache o limacce o lumaconi, dopo le Chiocciole (v.) sono tra le forme più note di Gasteropodi terrestri. Avendo una conchiglia rudimentale (limacella) nascosta nella massa del mantello si considerano come Molluschi nudi. Le lumache comprendono tutte le specie della famiglia dei Limacidi e quelle della famiglia degli Arionidi (v. arion).
Hanno il corpo allungato, carnoso, coperto da una cute più o meno coriacea, liscia, solcata o tubercolata, con piede non bene distinto e lungo quanto il corpo stesso; il mantello è piccolo, a forma di scudo (corazza, cappuccio, disco, clipeo), utile per nascondervi la testa, come usa fare l’animale quando è molestato; nella regione cefalica vi sono quattro tentacoli invaginabili come i diti di un guanto, che funzionano come organi tattili e olfattori; di essi i due più lunghi portano alla loro estremità gli occhi. Anatomicamente le lumache somigliano moltissimo alle chiocciole. Sono comuni in tutti i paesi, ma più abbondanti in quelli temperati. Amano i luoghi umidi e freschi: si rinvengono infatti più numerose sotto le pietre, tra i muschi, nei boschi, nelle grotte, nelle cantine, presso i corsi d’acqua. Temendo i raggi solari e l’aria asciutta escono di preferenza di mattina e di sera, quando il cielo è coperto e dopo le pioggie temporalesche; molte specie sono notturne. Per mantenere il loro corpo sempre umido alla superficie e per sfuggire all’attacco dei nemici segregano una bava di vario colore; sotto il piede tale bava mucosa forma uno strato che permette all’animale di progredire senza il contatto diretto col piano d’appoggio. Man mano che una lumaca cammina il muco si secca, formando una traccia lucente e friabile. Per l’azione dei muscoli longitudinali del piede, che si contraggono a guisa di onda progrediente, il movimento delle lumache avviene soltanto dall’indietro all’avanti, e mai in senso contrario, con una velocità di 5-10 cm. per minuto. Vi sono forme (Agriolimax agrestis) che si possono calare da alberi o da erbe mediante la secrezione di un muco che si condensa come filo all’aria.
Le lumache si nutrono di sostȧnze vegetali (funghi, foglie tenere) o animali in decomposizione (lombrichi, individui morti della loro stessa specie). Essendo ermafrodite insufficienti, si accoppiano per lo scambio reciproco dei prodotti sessuali. Dal maggio al settembre emettono circa 50-100 uova traslucide od opache, ovali o sferiche, isolate o variamente riunite, deponendole in buche scavate appositamente nel terreno e quindi ricoperte di terra.
Gli ortolani e i giardinieri per combattere le lumache negl’impianti e nei vivai usano cospargere il suolo di materie pulverulente (cenere, calce, sabbia fina, ecc.) in quanto tali sostanze esauriscono, con l’irritazione cutanea, l’attività secretrice delle ghiandole mucose provocando così una mortale disidratazione dell’animale.
Plinio e Galeno assicurano che la lapis limacum (limacella) guarisce il mal di capo. Molte sono le virtù attribuite nell’antichità ed oggi dal volgo ignorante alle lumache. Gli empirici hanno adoperato brodi ed estratti per cicatrizzare ferite, per arrestare emorragie, per curare catarri bronchiali, ernie, idrocele, malattie d’occhi, per combattere febbri incoercibili. Col muco delle lumache impastato con calce polverizzata si otteneva da qualche preparatore di zoologia un mastice adesivo.