La morte porta via chi amiamo, ma non porta via le loro cose che rimangono lì dove sono sempre state e pesano come macigni, alla vista e al cuore. Oggetti, materiali, ninnoli, foto, vestiti, utensili di varia natura e genere ad un certo punto devono essere passati in rassegna per liberare lo spazio
Sensi di colpa, sistemi educativi conservatori, consuetudini sociali e condizionamenti collettivi limitano le azioni spontanee e liberatorie, perché per “educazione” non va bene dare via tutto, il defunto ci teneva tanto a quella cosa e venderla o regalarla è un gesto quasi irrispettoso e scortese.
Rimuovere gli oggetti di chi non c’è più è dura, durissima, si rivive un’intera esistenza, un’identità, un vissuto che spesso ha determinato e condizionato anche la nostra.